Il debito è quello strumento mediante il quale si riceve un bene o un servizio oggi e lo si paga domani, o in un futuro più lontano (anche un po' alla volta). Un debito si origina, ad esempio, quando si stipula un mutuo o un finanziamento con una banca oppure quando si ha un conto in sospeso con un fornitore, o con un amico. In economia, l'insieme dei debiti di tutti i soggetti privati (famiglie e imprese) verso le istituzioni finanziarie è chiamato debito privato. Secondo il principio per cui se esiste un debito e quindi un debitore, esiste anche un credito e quindi un creditore, è utile tenere a mente che il totale dei debiti è sempre uguale a quello dei crediti. Se qualcuno soffre perché è troppo indebitato è perché qualcun altro gli ha concesso troppo credito; magari perché ha sovrastimato le capacità della controparte di fare fronte ai suoi impegni oppure perché un evento inaspettato ha compromesso la possibilità del debitore di restituire quanto dovuto (la perdita del lavoro, il calo del fatturato, un incidente, la morte, ecc. ecc.)
Per la costruzione di questo grafico ho scaricato i dati disponibili nel database della World Bank alla voce domestic credit to private sector (qui) |
Passiamo ora al settore pubblico. Il governo amministra le entrate e le uscite finanziarie del proprio paese. Le prime sono tipicamente le imposte e le tasse pagate dai contribuenti mentre le seconde corrispondono ai servizi offerti (strade, ospedali, scuole, polizia, esercito, e chi più ne ha...). Dato che normalmente le uscite risultano superiori alle entrate si ha un deficit, cioè un importo che va coperto tramite finanziamento. Per questo motivo il ministero del Tesoro emette dei titoli, cioè delle attività che verranno rimborsate all'acquirente al termine del periodo (mesi o anni) e, nel frattempo, si impegna a pagare anche una somma periodica supplementare chiamata interessi. In virtù della possibilità illimitata che una banca centrale ha di finanziare il proprio governo, i titoli pubblici sono ritenuti a basso rischio. Il valore complessivo dei titoli emessi dal Tesoro, non ancora rimborsati, viene chiamato debito pubblico. Anche in questo caso abbiamo un debitore, lo stato (quindi noi) e dei creditori che corrispondono a coloro i quali hanno acquistato i titoli di stato. Se fossero tutti soggetti residenti, il totale del debito che peserebbe sulla collettività sarebbe uguale al credito complessivo vantato dalla stessa popolazione. A livello complessivo il soggetto debitore corrisponderebbe a quello creditore ma è ovvio che esisterebbe comunque una differenza tra chi paga le tasse solo per rifinanziare il debito e chi invece, pur pagando, godesse anche dello status di creditore.
Per la costruzione di questo grafico ho utilizzato il database di ottobre 2024 del Fondo Monetario Internazionale che è ricchissimo di dati. Si può scaricare qui |
Normalmente però non tutto il debito pubblico di un paese è detenuto da soggetti residenti in quello stato. Oggi possiamo comprare titoli del Tesoro americano, francese, tedesco...e viceversa il mondo può comprarli da noi (circa il 30% del debito pubblico italiano è in mano a soggetti esteri). Lo stesso discorso vale per il debito privato. Chi opera a livello internazionale ha debiti e crediti con soggetti situati in altre parti del pianeta. Occorre quindi introdurre un'ulteriore tipologia di debito: il debito estero, che corrisponde a tutti quei debiti di un'economia, pubblici o privati, detenuti da soggetti residenti all'estero. La somma algebrica delle attività e delle passività detenute da un'economia verso quelle del resto del mondo si chiama invece debito/credito estero netto (o meglio, posizione netta con l'estero - PNE o Net International Investment Position - NIIP, in inglese).
Le colonnine verdi corrispondono ai paesi creditori e quelle rosse ai debitori. I dati di entrambi i grafici provengono dal database External Wealth of the Nations, nella versione del 13 gennaio 2025 (qui) |
Nei grafici di questo post ho voluto mostrare i 10 paesi con i valori di debito, privato e pubblico, più alti in rapporto al PIL (cioè reddito annuale complessivo dei soggetti residenti in un paese). Di per sé questo parametro non ci restituisce un'indicazione affidabile della rischiosità di un debito ma solo della sua rilevanza economica. Per quanto riguarda la posizione netta con l'estero ho preferito aggiungere anche un grafico delle 10 economie maggiormente accreditate/indebitate in milioni di dollari. Questo perché, trattandosi di un confronto internazionale, ho pensato che fosse utile dare un'idea dei valori nominali in gioco oltre che dei rapporti in base al PIL. Non vi sfuggirà il fatto che nel grafico c'è una posizione debitoria fuori scala, quella degli USA, il cui governo è attualmente impegnato, tra mille polemiche, a gestire una situazione che è peggiorata nel corso del tempo e che fa dipendere fortemente l'economia americana dai capitali esteri per finanziare i propri consumi di beni importati e, di converso, comporta il fatto che molti paesi dipendano per una parte crescente dei loro redditi dagli acquisti americani invece che dalla propria domanda interna.
Qualche considerazione finale. Come potete vedere, non è detto che un paese con un alto debito pubblico abbia anche un alto debito privato, o un alto debito estero. Sono cose differenti. Ad esempio, l'Italia ha un debito pubblico rilevante ma un debito privato non così alto e una posizione di credito a livello internazionale. Ci sono varie situazioni. In generale, si parla sempre troppo spesso di debito pubblico e mai di debito privato o di quello estero. In ogni caso questi semplici valori, presi in modo a sé stante, non ci dicono abbastanza per fare delle valutazioni sensate sulla solidità di un'economia. Argomento che, per non complicare le cose, proverò a trattare un'altra volta.