Quindi, il punto è che ogni soluzione diversa da quella che ho descritto nella prima puntata, cioè la "monetizzazione del debito" (che come abbiamo visto è vietata dai trattati UE), comporta dei costi maggiori. Essi vanno dal pagamento di un tasso di interesse più, o meno, conveniente come quello che dovrebbe assicurare il QE della BCE, o la mutualizzazione del debito tramite eurobond/coronabond, fino ad arrivare alle penalizzanti condizioni che imporrebbe l'intervento del MES, o comunque della cosiddetta Trojka: privatizzazioni, tagli alla spesa sociale e ulteriore perdita di diritti dei lavoratori. Per quanto riguarda il MES, c'è stato un tentativo del nostro governo finalizzato a ottenere dei finanziamenti non vincolati da un "Memorandum of Understanding" (MoU). Tuttavia, questo è vietato dai trattati.
A seguito di questo inconveniente ci è poi stato detto che si poteva ottenere un MoU senza condizioni troppo penalizzanti. Tuttavia, poi ci è stato fatto notare che questo accordo può cambiare in qualsiasi momento, in modo unilaterale (con maggioranza qualificata), senza che l'italia possa opporvisi.
Regolamento 472/2013 |
C'è infine da considerare che il MES da solo, non ha le risorse sufficienti a finanziarie tutti i paesi durante la crisi (parliamo di centinaia di miliardi di euro) e che quindi dovrebbe recuperarli dai paesi aderenti (che dovrebbero prima chiederli ai mercati e poi darli al MES, che li presterebbe nuovamente ai governi) o chiederli alla BCE (e anche questo sarebbe un assurdo, visto che allora tanto varrebbe che i governi li chiedessero direttamente alla BCE).
Nonostante tutto, un gruppo di importanti economisti internazionali hanno suggerito di ricorrere al MES. Essi (o meglio €ssi) sono appoggiati in Italia dai soliti noti.
Luigi Marattin: economista e onorevole ex PD e ora Italia Viva |
Stefano Feltri: giornalista del Fatto Quotidiano |
Giampaolo Galli: economista dell'Osservatorio Conti Pubblici |
Considerando che, come abbiamo visto, esisterebbe un modo di avere un sostegno illimitato e gratuito, vale davvero la pena indebitarsi?
Credo che se lo chiedessimo a coloro i quali ci dovrebbero concedere tali prestiti, la risposta sarebbe senza dubbio affermativa. Ovviamente, per ragioni rigorosamente scientifiche. Non voglio certo insinuare che, in fondo, quello è il mestiere con cui si guadagnano da vivere. L'argomento più utilizzato è che la "monetizzazione del debito" favorirebbe l'emissione incontrollata di moneta da parte dello stato. Questo provocherebbe inflazione, che farebbe aumentare i prezzi e diminuire il valore reale degli stipendi (e dei nostri debiti, cioè dei loro crediti. Anche se, di soluto, quest'ultima parte è omessa, forse per senso del pudore).
Può darsi che abbiano ragione. D'altra parte, mi chiedo se un po' d'inflazione varrebbe la vita dei malati, dei disoccupati e degli imprenditori falliti. Io non sono uno scienziato, e allora vi riporto di seguito l'opinione si Sir John Maynard Keynes.
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