lunedì 2 novembre 2020

Luoghi comuni sull'inflazione

Einaudi definiva l'inflazione "la più iniqua delle tasse" perché colpisce maggiormente le classi più deboli, in modo simile a una tassa.
Effettivamente, è facile convincersi che un aumento dei prezzi sia dannoso per coloro i quali vivono di un reddito fisso. Tuttavia, siamo sicuri che le cose vadano sempre così? 

I grafici sottostanti mostrano un confronto fra inflazione, salari reali e risparmi in Italia. Forse, chi è convinto che l'aumento dei prezzi danneggi soprattutto i lavoratori sarà sorpreso nel constatare che i dati mostrano il contrario. Infatti, fu proprio nel periodo di maggiore inflazione, gli anni settanta e ottanta, che gli stipendi crebbero di più e i risparmi furono più alti. Ed è proprio con la diminuzione di essa (disinflazione) che la suddetta crescita è venuta meno. Come mai?

 

È ovvio che se noi presumiamo che il produttore decida autonomamente di farsi pagare di più, quanto risulta dai grafici qui sopra apparirebbe un po' strano. Se domani aumentasse il prezzo di un bene, e il mio stipendio no, sarei più povero. Ma se ipotizziamo che i prezzi crescano quando la produzione (cioè l'offerta) insegue una domanda crescente, a sua volta causata dall'aumento dei redditi dei lavoratori, tutto sembra molto più coerente. Questo è quello che credono gli economisti postkeynesiani. 

Ma allora chi danneggia veramente l'inflazione? Ovviamente chi in sua presenza ha un reddito davvero fisso al variare dei prezzi. Ad esempio, chi vive di investimenti a tassi d'interesse fissi. Che poi è anche la ragione per cui chi va in banca a chiedere un mutuo si accorge immediatamente che il tasso fisso è più alto di quello variabile (perché incorpora l'inflazione prevista negli anni avvenire). 

Naturalmente, ognuno di noi può trovarsi svantaggiato o meno da un aumento dei prezzi. È la situazione complessiva, e non quella personale, ad essere discussa in questo post. Non serve neanche che io vi ricordi, anche se a me preme farlo, che quanto da me scritto non conclude l'argomento che è oggetto di discussione, da lungo tempo, fra professionisti di opposte fazioni. Il mio scopo è solo quello di mettere in guardia il lettore dai pricipali luoghi comuni sull'inflazione e dargli uno spunto di riflessione basato su dati reali, e non sui dogmi teorici. 

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