lunedì 22 settembre 2014

I miti sull'inflazione negli anni settanta

Nella storia economica del mondo occidentale, un particolare periodo offre parecchi spunti di discussione. E' quello dell'inflazione degli anni settanta.Quasi sempre ci si imbatte in qualcuno che sostiene che la causa fossero le politiche economiche scriteriate dei governi di allora e della scala mobile, quella misura tale per cui gli stipendi venivano rivalutati in funzione dell'inflazione.

I primi dubbi sulla questione mi sono venuti nel momento in cui ho dato un'occhiata al periodo in cui la scala mobile era in funzione. Stiamo parlando degli anni che vanno dal 1975 al 1992 (quando venne ufficialmente eliminata dal governo Amato) ma era già stata indebolita a partire dal 1984. Insomma, i conti non tornano, e forse, i grafici mostrati qui sotto potranno aiutare a chiarire meglio la faccenda dell'inflazione degli anni settanta, o almeno a indurre il lettore a porsi le stesse domande che mi sono posto io.


I grafici sono quattro, il periodo considerato va dal 1970 al 1987, anno in cui il fenomeno dell'inflazione si era definitivamente attenuato anche in Italia. Sono collegati da due linee verticali che segnano gli anni dei due shock petroliferi che, com'è noto, furono causati:
  • nel 1973 dal conflitto arabo israeliano dello Yom Kippur, e dal conseguente aumento dei prezzi del petrolio voluto dal cartello di produttori dell'OPEC (che era composto per la maggior parte da paesi arabi);
  • nel 1979 dalla crisi energetica causata dagli effetti della rivoluzione islamica iraniana che diminuì fortemente la produzione di petrolio.
Il primo grafico mostra la variazione percentuale del prezzo del petrolio (dati annuali copiati dalla web agienergia).

Il secondo grafico è relativo all'andamento dei tassi d'inflazione in Italia e Stati Uniti (i due paesi confrontati in questa analisi). La fonte è l'OCSE.

Il terzo grafico illustra il trend dei tassi d'interesse di reali (al netto dell'inflazione) di lungo periodo. Anche in questo caso la fonte è l'OCSE.

Infine, l'ultimo grafico mostra l'andamento del tasso di disoccupazione, sempre in Italia e negli States, e la fonte è ancora l'OCSE.

Ora, io non pretendo di avere la verità in pugno, ma quantomeno di porre alcune riflessioni che possano ripristinare un poco di lealtà nell'informazione. Infatti, analizzando i grafici uno per uno notiamo che il primo picco d'inflazione, sia in Italia che negli USA, arriva nel 1974, proprio in conseguenza dell'aumento del prezzo del petrolio. La scala mobile non c'era ancora, arriverà solo nel 1975. L'inflazione in USA supera il 10% mentre in Italia sfiora il 20%. Eh, direte voi, c'è una bella differenza tra dieci e venti! Certo, ma vediamo come hanno reagito i due paesi in conseguenza di questo primo evento. Tra il 1973 e il 1974 Gli USA portano i tassi d'interesse a quasi il -4%, mentre in Italia arrivano fino a quasi il -10%. In conseguenza dello shock in America alzano i tassi fino al +2% (un aumento di 6 punti percentuali) mentre in Italia in tassi rimangono negativi più a lungo, fino al 1978. Questo comportamento fa si che da noi la disoccupazione rimanga sostanzialmente la metà di quella USA fino al 1976. 

Ora, in un periodo storico chiamato "anni di piombo" in cui il PCI (partito comunista italiano) aveva sempre più consensi, cercare di mantenere la disoccupazione ad un livello più basso, potrebbe essere stata una decisione politica tutt'altro che insensata? Agli storici l'ardua risposta. Di certo, falsità come quelle raccontate qui dal Corriere della Sera sulla disoccupazione del 1977 non aiutano a far luce sulla vera storia di quegli anni.

Veniamo al secondo picco inflattivo. Qui, direte voi, la scala mobile c'era eccome! Sì, però date un'occhiata ancora una volta al primo grafico, quello della variazione del prezzo del petrolio. L'inflazione, ancora una volta cresce man mano che la crisi energetica si fa più pesante, rimane alta per tutto il 1980, e nel 1981 cominciò a diminuire. Io non posso escludere il fatto che all'aumento dell'inflazione possano aver contribuito anche altri fattori come la scala mobile, o la spesa pubblica, però date anche un'occhiata ai tassi d'interesse reali del nostro paese, mantenuti in zona negativa,  ben al di sotto dello zero, e di quelli USA tra il 1979 e il 1980. E, anche in questo caso, mentre il tasso di disoccupazione italiano reggeva, quello americano (che nel frattempo era finito al di sotto del nostro) sale, fino a superarlo, per un breve periodo, dopo il 1981.

Certo, da noi l'inflazione raggiunse livelli maggiori che in altri paesi industrializzati, anche se a dirla tutta, il dato OCSE riferito al Regno Unito per l'anno 1975 (qui) fece segnare addirittura un 24,2% e l'anno prima in Giappone i prezzi al consumo salirono fino al 23,2%. Tuttavia, la disoccupazione, in un periodo così tumultuoso per il nostro paese, venne tenuta sotto controllo, almeno fino all'inizio degli anni ottanta, che segnarono la fine del terrorismo e l'inizio di un'altra epoca che è compito degli storici raccontare.

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