lunedì 20 aprile 2015

DEF 2015: quando la cura è peggiore del male

È appena stato approvato dal Consiglio dei Ministri il documento di economia e finanza del 2015 (DEF) redatto dal Ministero delle Finanze (MEF). Prossimamente, questo documento di politica economica dovrà essere sottoposto all'esame parlamentare.

Purtroppo, i numeri illustrati dal DEF sull'andamento dell'economia italiana nei prossimi anni non inducono affatto all'ottimismo.

Intanto, va sottolineato che la pressione fiscale è aumentata anche sotto l'ultimo governo, e si prevede che aumenterà ancora nei prossimi anni. Questo conferma le parole dell'ex Presidente del Consiglio Monti riguardo l'affinità politica tra questo governo e il suo:

«La linea che Renzi sta con capacità politica affermando è, mi permetto di dire, la linea del mio governo»

Il grafico mostra l'incremento della pressione fiscale avvenuto dal 2007. L'aumento attuato dal governo Monti nel 2011-2012 è stato pari a circa 1,6%. L'ulteriore aumento previsto dall'attuale governo sarà pari allo 0,8%
Fonte dati:
Banca d'Italia: 2007-2013
DEF 2015: 2014-2019

Poi, per quanto riguarda la disoccupazione, il MEF stima che essa si manterrà ben al di sopra del livello pre crisi perfino nel 2019, a distanza di quattro anni da oggi, e di 12 dal punto più basso raggiunto nel 2007.

Nel 2007 la disoccupazione tocca il punto più basso (6%). Si noti come le misure d'austerità la facciano crescere soprattutto a partire dal 2012. Nonostante l'ulteriore svalutazione dei diritti dei lavoratori eseguita con il jobs act essa si manterrà ad un livello più alto di quello pre crisi presumibilmente oltre il 2019.
Fonte dati:
OCSE: 2007-2013
DEF 2015: 2014-2019

Infine, il debito pubblico, considerato da alcuni la causa di tutti i nostri mali, rimarrà più alto di quanto non fosse prima della crisi, quando si trovava da anni su un confortante sentiero di riduzione che, la crisi prima, e poi le misure d'austerità, hanno vanificato. Questo a testimonianza di quanto importasse ai nostri governanti diminuirlo, nonostante tutta la propaganda politica che ha preceduto proprio l'esecuzione delle politiche d'austerità.

Il debito pubblico in rapporto al PIL in Italia diminuiva da metà anni novanta, dopo aver toccato il suo massimo, 122% nel 1994. Ma l'austerità ne ha causato una nuova e più grave esplosione. Oggi il MEF stima di riportarlo al 120% entro il 2019.
Fonte dati:
Banca d'Italia: 2007-2012
DEF 2015: 2013-2019
Quello che il Ministero spera invece di raggiungere è il tanto agognato pareggio del bilancio pubblico, tante volte rinviato. Un vero e proprio dogma, di fronte al quale è giustificata ogni cosa. Una medicina amara, prescritta dai tecnici di Bruxelles senza alcun riguardo per la sofferenza inflitta al malato. L'operazione è perfettamente riuscita. Il paziente è morto.

Il limite imposto da Maastricht è quello del -3%. Tuttavia, in seguito alla ratifica dell'accordo europeo del Fiscal Compact, l'Italia ha inserito in Costituzione il vincolo del pareggio di bilancio che il MEF stima di raggiungere nel 2018.
Fonte dati:

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