lunedì 6 aprile 2015

Il più grande successo dell'euro

E' finalmente disponibile per la visione gratuita il documentario sulla crisi greca intitolato "Il più grande successo dell'euro" che vi suggerisco di guardare (qui).

Il titolo è una citazione della famosa, e controversa, teoria di Mario Monti esposta nella puntata dell'Infedele del 26 settembre 2011 (qui). Secondo l'ex Presidente del Consiglio Monti, tale successo consisterebbe nel riuscire a costringere il governo greco a fare le riforme necessarie per rimanere nell'euro.

Il documentario mostra chiaramente il prezzo che i cittadini greci stanno pagando per questo "successo": disoccupazione di massa, fine dello stato sociale, collasso del sistema sanitario nazionale, miseria e fame. E a cosa sono serviti i sacrifici dei greci? Lo potete vedere nel grafico seguente:

Dall'inizio della crisi il saldo delle partite correnti greche è stato bruscamente riportato in pareggio mediante le politiche d'austerità, cioè tramite la distruzione della domanda interna provocata dalla disoccupazione
La precedente figura mostra l'andamento del saldo delle partite correnti della Grecia tra il 1995 e il 2013. L'arco temporale che ho scelto è arbitrario, ho semplicemente voluto prendere un periodo abbastanza lungo per avere una visione dei dati che mostrasse ampiamente quello che è successo nel corso degli anni.

Il saldo delle partite correnti è la differenza tra: esportazioni "X", importazioni "M", e saldo dei redditi netti con l'estero "RNE", che corrisponde alla differenza tra redditi da lavoro (come gli stipendi) e da capitale (come gli interessi e i profitti) pagati e incassati con l'estero:

CAB = X - M +/- RNE

Quando CAB (current account balance) è positivo significa che nel paese stanno entrando capitali, e viceversa vuol dire che stanno uscendo.

La Grecia ha avuto sempre un saldo negativo ma il crollo avviene in due fasi: tra il 1999 e il 2000 e nel periodo 2005-2008. Secondo uno studio degli economisti Roubini-Manasse (qui), di norma, il valore che porta al manifestarsi di una crisi di debito estero è -4%. Possiamo osservare come in Grecia questo valore fosse stato ampiamente superato già nel 2000. Nonostante questo, i mercati hanno continuato a concedere alla Grecia prestiti fino al 2008 senza sollevare alcuna questione.

Se a voi venisse la strana idea di andare in banca a chiedere un prestito spropositato per le vostre tasche, di sicuro che non ve lo concederebbero, e la vostra richiesta susciterebbe anche un pizzico d'ilarità tra gli impiegati della vostra banca. Ma che garanzie dava la Grecia per poter continuare ad avere finanziamenti dalle banche estere? Semplice, che quelle somme sarebbero state restituite in euro forte e non in dracma svalutata. Inoltre, i tassi d'interesse più alti di quelli dei paesi tradizionalmente più sviluppati richiamavano gli investitori, allettati dalle opportunità di un buon guadagno nel breve periodo.

Quando le banche, soprattutto francesi e tedesche, finanziavano la Grecia non lo facevano per bontà ma perchè erano convinte di fare un buon affare. Già solo questo basta per far cadere le accuse fatte ai greci di essere degli approfittatori e dei bancarottieri. Uno i soldi te li presta perché pensa che sia un buon investimento, tu te li prendi perché credi di poterli restituire. Ma si sa che non tutte le cose vanno come ci si aspetta.

Infatti, quando la crisi scoppia, i creditori della Grecia scoprono improvvisamente di aver fatto male i conti. L'austerità imposta del governo greco alla sua popolazione ha lo scopo di impedire nuovi afflussi di denaro dall'estero, perché quando a qualcuno togli il lavoro gli impedisci anche di chiedere un prestito in banca. Nel frattempo, i creditori esteri rientravano dalle loro posizioni grazie ai "salvataggi" (pagati con i soldi dei contribuenti europei) o tramite le opportunità concesse dalle privatizzazioni.

Infine, al contrario di quanto ci viene abitualmente raccontato, non è stato il debito pubblico greco a causare la crisi. Come potete osservare dall'andamento dei debiti pubblici e privati illustrati nel prossimo grafico, ad aumentare prima della crisi è staro il debito privato, trascinato dai facili prestiti al consumo dovuto all'enorme disponibilità di denaro proveniente dall'estero, mentre il debito pubblico, benchè storicamente alto, veniva tenuto sotto controllo dal governo greco. Solo dallo scoppio della crisi, a causa proprio delle politiche di austerità che hanno fatto crollare il PIL il debito pubblico greco è esploso.

If you tolerate this then your children will be next.

osservate come durante il periodo precedente la crisi è stato il debito privato e non quello pubblico a crescere inesorabilmente, mentre successivamente alla crisi avviene esattamente il contrario a causa delle politiche d'austerità.
PS: per approfondire l'argomento della crisi greca vi consiglio le seguenti letture (qui), (qui) e (qui).

2 commenti:

  1. Complimenti per l'articolo. Solo una precisazione: il documentario è sempre stato disponibile gratuitamente. Sempre. Solo ora essendo anche online è disponibile per la visione privata. Un saluto.

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    1. Non lo sapevo.
      In effetti ne avevo perso le tracce da un po', dopo che ne ero venuto a conoscenza su web un annetto fa. E' stata una piacevolissima sorpresa poterlo vedere dopo che un'amica mi aveva segnalato il collegamento su vimeo.

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