lunedì 11 maggio 2015

Draghi Vs Constâncio

Nella conferenza stampa del 15 aprile (qui), di cui forse avrete sentito parlare a causa di questo fuoriprogramma, il Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi ha affermato:

<<le condizioni di indebitamento per imprese e famiglie sono migliorate in misura significativa, a fronte di un aumento della domanda di credito>>


Verrebbe da pensare che questa sia una buona notizia. Infatti, più credito a imprese e famiglie significa più investimenti e consumi. Già, ma c'è un problema.

Il fatto è che la crisi dell'euro è stata causata proprio dal credito concesso dagli istituti finanziari dei paesi più ricchi dell'area euro (il centro) alle banche dei paesi più poveri (la periferia). Infatti, grazie al vantaggio competitivo concessogli dall'euro, i primi hanno accumulato capitali grazie ai surplus ottenuti dalle proprie economie nazionali nei confronti dei paesi della periferia (tra cui il nostro). Nel frattempo, tutti questi denari venivano utilizzati dalle banche dei paesi del centro per finanziare quelle della periferia, a tassi migliori di quelli che avrebbero ottenuto all'interno delle proprie economie nazionali. Infine, questa enorme disponibilità di risorse a basso costo alimentava la domanda di consumo di famiglie e imprese nella periferia. Qui il cerchio si chiude, anzi no. Perché questo meccanismo di crescita dell'economia ha gonfiato un'enorme bolla speculativa, quella del debito estero dei paesi della periferia.

Nella figura è illustrato il sistema finanziario a senso unico dell'eurozona prima della crisi. I capitali si muovevano dal centro alla periferia per tornare di nuovo al punto di partenza comprensivi degli interessi.
Questo grafico mostra il risultato del sistema descritto con la precedente figura, ovvero la posizione di debito (segno negativo) e di credito (segno positivo) dei vari paesi dell'eurozona con l'estero.

Fu proprio il vice di Draghi, Vitor Constâncio, a illustrare questa versione dei fatti durante il suo discorso ad Atene nel maggio 2013 (qui).

<<imbalances originated mostly from rising private sector expenditures, which were in turn financed by the banking sectors of the lending and borrowing countries>>


Capito? Gli squilibri (macroeconomici) si sono originati prevalentemente dalla crescita della spesa del settore privato, che è stata finanziata dal settore bancario dei paesi creditori (centro) e debitori (periferia).

Sapete tutti com'è andata a finire. Con le manovre d'austerità che, per non far scoppiare il bubbone (l'euro), hanno distrutto la domanda interna dei paesi periferici impedendo, in questo modo, al debito estero di crescere ulteriormente tramite le importazioni.

Pertanto, ci sarebbe da preoccuparsi per le parole di Draghi, se esse alludessero davvero a un'imminente ripresa di questo sistema. Ma la verità è che i nostri governi sanno benissimo come funzionavano le cose. Ed è per questo non hanno nessuna intenzione di rilanciare l'economia! Infatti, è vero più che altro il contrario e cioè che dal 2011 in poi, per salvare l' euro, hanno fatto tutto il possibile per prolungare la crisi.

L'unica possibile via d'uscita da una prolungata stagnazione (e da ulteriori politiche d'austerità) è la fine dell'eurozona.



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