Questo strumento, che tecnicamente si chiama signoraggio, è molto criticato da alcuni economisti che temono il rischio che l'emissione incontrollata di nuova moneta possa fare impennare l'inflazione. Proprio a causa della sensibilità verso questo problema in molti paesi si è deciso che le banche centrali dovessero essere indipendenti dal governo. In Italia questo è avvenuto a partire dal 1981, ovvero quando l'allora ministro Andreatta, d'accordo con l'allora governatore di Ciampi, rimosse l'obbligo che Banca d'Italia aveva di acquistare i titoli di stato rimasti invenduti al momento della loro emissione da parte del Ministero del Tesoro.
Oggi, all'interno della zona euro, ci si è spinti oltre, fino alla situazione in cui nessun paese può emettere moneta autonomamente. Questo potere è solo nelle mani della sola Banca Centrale Europea. Pertanto, l'unica possibilità che un governo ha di finanziare le proprie spese è il ricorso ai titoli di stato. Ma, dato che al contrario della moneta, l'emissione di un titolo comporta sia un debito che il pagamento di un interesse, se gli investimenti che fa il governo non producono una ricchezza superiore ai debiti che deve restituire, ad ogni emissione si indebiterà sempre di più. Dalla necessità di impedire l'eccessivo indebitamento nascono i limiti di spesa pubblica, come il famoso parametro del 3%, e il pareggio di bilancio inserito in Costituzione, che corrisponde allo zero per cento di indebitamento.
Ma la banca centrale non è l'unico ente che ha la facoltà di emettere moneta. Esiste anche il cosiddetto signoraggio bancario, ovvero la possibilità che ha un istituto finanziario di concedere prestiti ai propri clienti per un importo superiore ai depositi in suo possesso mediante il meccanismo della riserva frazionaria. Su internet troverete senz'altro un'interminabile serie di materiale, più o meno interessante, che si scaglia contro questo sistema considerandolo una vera e propria truffa.
Per la verità, la riserva frazionaria nasce davvero come un truffa al tempo in cui le banche erano solo dei depositi per l'oro. Ad un certo punto della storia, i banchieri iniziarono a prestare più oro di quello che avevano, perché la circolazione della carta (le promesse di pagamento) era più comoda del trasporto fisico dell'oro, e solo di rado qualcuno andava a ritirare il proprio metallo prezioso. Quindi, il rischio valeva la candela. La stessa cosa avviene anche oggi. Nessuno si sognerebbe di andare in banca a prendere tutti i propri risparmi, fatta eccezione per i casi eccezionali. Ed è per mitigare questo rischio che esiste la riserva frazionaria.
Mettendo da parte le critiche di carattere morale sulla sua origine, la riserva frazionaria fa comodo un po' a tutti. Infatti, partendo dall'assunto che un'economia in cui i beni e i servizi crescono nel tempo è normale che anche la quantità di moneta debba aumentare di pari passo. Altrimenti, la scarsità di strumenti di pagamento renderebbe più difficile le transazioni e farebbe rallentare il commercio. Non è pensabile che ogni investimento, o innovazione, venga finanziata tramite la diminuzione di prezzo di tutte le altre, o comunque questo meccanismo è sicuramente meno praticabile di quelli utilizzati allo scopo di incrementare la base monetaria.
Ma, tra il signoraggio praticato della banca centrale e quello del settore privato, chi contribuisce di più a fare crescere la massa monetaria complessiva? La domanda è pertinente dato che alcuni economisti (soprattutto i monetaristi) sostengono che l'inflazione sia il risultato dell'aumento dell'offerta monetaria.
Quello che potete vedere qui sotto sono gli aggregati monetari dell'area euro sulla base dei dati mensili forniti dalla Banca Centrale Europea.
Fonte: BCE monetary developments in the euro area january 2015 |
Tanto per cominciare, quindi, è il settore privato e non quello pubblico ad incidere in modo preponderante sull'offerta monetaria. Se ci pensiamo bene questo è anche ovvio, dato che la maggior parte degli acquisti ormai avviene tramite moneta elettronica. Pertanto, la teoria per cui una banca centrale sia una sorta di "stampante magica" che fornisce banconote a volontà ne esce piuttosto ridimensionata.
Ma veniamo alla questione di fondo. È davvero la quantità di moneta ad essere la causa dell'inflazione?
Attualmente, stiamo vivendo in un'epoca in cui i tassi d'interesse sono bassissimi, quindi l'offerta di moneta è a buon mercato. Questo però succede solo perché la corrispondente domanda è molto bassa. Certo, tutti noi gradiremmo avere più soldi in tasca! Ma la banca concede prestiti per guadagnare. Investire oggi su di una persona o un'azienda è rischioso, perché non si prevede che l'economia si riprenda nel breve periodo. E a crescita zero, la nuova impresa potrà, al massimo, espandersi a scapito dei suoi concorrenti. Cosa che se da un lato fa felice l'imprenditore vincente, dall'altro danneggia i concorrenti soccombenti, e le banche a cui essi devono restituire gli euro ricevuti in prestito. Quindi, non deve stupire che la crescente massa monetaria in circolazione oggi non produca alcuna inflazione. Non l'ha prodotta il continuo abbassamento dei tassi d'interesse da parte della BCE, non l'hanno prodotta le operazioni di rifinanziamento delle banche noti come LTRO, e non la produrrà il cosiddetto quantitative easing.
Come potete osservare dal grafico, i valori dell'aggregato monetario M3 e il tasso d'inflazione non hanno lo stesso andamento. L'inflazione è in calo dal 2011 nonostante M3 sia in continuo aumento, e tra il 2013 e il 2014 abbia subito una vera e propria impennata.
Fonte aggregati monetari BCE
Fonte dati inflazione Eurostat
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A differenza di quanto è possibile fare nella zona euro, una banca centrale di un paese sovrano può decidere di aumentare l'offerta monetaria non attraverso le banche private, che sono delle società a fini di lucro, e prestano solo se ci guadagnano, ma tramite la spesa pubblica, finanziando direttamente il proprio governo. Questo sarebbe d'aiuto per l'economia italiana in questo momento, ed è anche l'unico modo per essere sicuri che i soldi che immessi nel sistema vengano effettivamente utilizzati per incrementare la domanda.
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