lunedì 22 maggio 2017

Il vincolo esterno

Oggi vorrei parlarvi brevemente di questo grafico:


E' una rappresentazione della correlazione che esiste tra l'aumento del PIL (cioè il reddito) e quello delle importazioni. I curiosi potranno leggere alla fine di questo post come ho costruito il grafico, agli altri basti osservare come al crescere del PIL (sull'asse orizzontale) aumentino anche le importazioni (sull'asse verticale). Lo si intuisce dall'andamento dei pallini blu, che sono le coppie di valori PIL/importazioni di ogni singolo paese, e che si muovono lungo linea obliqua nera. La correlazione tra PIL ed importazioni, così come da me calcolata, è molto significativa (80%). Questo significa che il maggior reddito spiega l'ottanta per cento delle maggiori importazioni.

Vi ho mostrato questo disegnino spiegarvi cosa succederebbe al nostro paese se domani il governo decidesse, ad esempio, di abbassare le tasse, o di introdurre un generoso sussidio in favore dei disoccupati. Aumenterebbe il reddito disponibile, quindi i consumi e di conseguenza (come evidenziato nel grafico) anche le importazioni.

Questo che ho appena esposto, spero in modo corretto e comprensibile, viene chiamato "vincolo esterno", e riguarda tutti i paesi del mondo. Nessuno può permettersi di importare dall'estero senza, a sua volta, esportare qualcosa in cambio. Anche solo per cucinare un'italianissima pasta importiamo qualcosa, per esempio il gas con il quale scaldiamo l'acqua!

Tuttavia da noi il vincolo esterno è più stringente, perché all'aumentare delle importazioni dal resto dei paesi dell'area euro (per esempio dalla Germania che è il nostro primo partner commerciale) non si contrappone l'effetto compensativo della svalutazione del cambio, quindi i loro prodotti rimangono sempre (relativamente) a buon mercato.

Inoltre, in un mercato unico come quello della UE, non si possono fare leggi per privilegiare i prodotti nostrani a dispetto di quelli provenienti dal resto d'Europa, ad esempio tramite dazi o quote all'importazione, altrimenti non sarebbe un mercato unico.

Quindi, anche se non ne sentite mai parlare (e vi lascio immaginare il motivo) quello del vincolo esterno è un problema economico che preoccupa molto i nostri governanti, più del debito pubblico, della corruzione, degli evasori, della criminalità, etc. etc.

Sappiate che la Francia, paese nella quale si sono appena svolte le elezioni, ha un problemuccio. Da anni, i nostri cugini transalpini importano più di quanto esportano. Un economista professionista, quindi non io che sono un dilettante, direbbe che hanno un persistente squilibrio del saldo delle partite correnti, negativo, che presto o tardi andrà sistemato.

Volete sapere come si comporterà il governo di Parigi di fronte a questa rogna? Io non ho la palla di vetro per prevedere il futuro ma la predilezione che il nostro ex presidente del Consiglio Mario Monti ha per il neoeletto Emmanuel Macron non promette nulla di buono per i francesi. Bonne chance mes amis!

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Solo per i più curiosi.

Il grafico è costruito utilizzando i dati, a valori nominali, in dollari del PIL e delle importazioni del 2014, di 136 paesi. Ho eliminato dalla lista Cina e Stati Uniti solo perché il loro PIL è molto più elevato rispetto al resto dei paesi del mondo e schiacciavano tutti gli altri pallini della figura verso il centro degli assi rendendola meno comprensibile. Così facendo la correlazione è scesa dall'88% all'80%, e questo mi mette al riparo dall'accusa di fare cherry picking, o come diciamo in Italia, di selezionare i dati secondo convenienza. Le fonti sono le seguenti: per il PIL il database WEO (World Economic Outlook) mentre le importazioni sono fornite dalla Banca Mondiale (World Bank).