lunedì 28 settembre 2015

Il debito pubblico non c'entra, parola del Prof. Giavazzi

Francesco Giavazzi è un economista italiano conosciuto al grande pubblico anche grazie ai suoi articoli sul Corriere della Sera. E' di orientamento liberista, insegna politica economica all'Università Bocconi di Milano e al MIT di Boston, ha collaborato con diversi governi tra i quali quello di Mario Monti nel 2012. 

Alcune sue dichiarazioni del passato fanno intendere che abbia lievemente sottovalutato la portata della crisi.

4 agosto 2007
<<La crisi del mercato ipotecario americano è seria, da qualche settimana ha colpito anche le borse, ma difficilmente si trasformerà in una crisi finanziaria generalizzata>>

16 settembre 2008
<<l'economia del mondo è nelle mani di persone responsabili che non decidono guidati dall'ideologia (come pure qualcuno ieri, a Washington, suggeriva), ma dal buon senso>>

Inoltre, il Prof. Giavazzi, insieme ad Alberto Alesina, è famoso per aver enunciato la cosiddetta teoria dell'austerità espansiva, secondo la quale i tagli alla spesa pubblica farebbero crescere l'economia.

22 gennaio 2013
<<Si sta diffondendo una sciocchezza, cioè un'opinione che non ha riscontri nell'evidenza empirica. Il rigore dei conti sarebbe la ragione per cui la recessione si prolunga e la disoccupazione non scende>>

Ho già mostrato (qui) come l'opinione del Prof. Alesina relativamente all'euro sia evoluta nel corso del tempo. Per quanto riguarda invece il Prof. Giavazzi, il dietrofront riguarda le origini della crisi. In un suo articolo uscito recentemente, corredato da uno studio scientifico riguardante le opinioni sulla crisi di 20 economisti di fama mondiale (qui), egli afferma che non si trattò di un problema di conti pubblici fuori controllo.

7 settembre 2015
<<It was a sudden stop, not a public debt crisis>>

Pertanto, l'austerità imposta, ad esempio, al governo greco non è stata solo inutile ma persino dannosa.

<<In response, Greece slashed spending and raises taxes. But this backfired; it set off an austerity cycle>>

Naturalmente, voi tutto questo lo sapevate già. Perché la confessione di Giavazzi è tardiva. Aveva già detto tutto il vice presidente della BCE due anni fa ad Atene (qui).

Personalmente, cerco di avere il massimo rispetto per le opinioni di chiunque ritengo in buona fede. E non conosco il motivo per cui il Prof. Giavazzi, rispetto ad altri, abbia impiegato così tanto tempo a maturare questa sua nuova convinzione. Ma purtroppo, mentre il tempo trascorreva e l'austerità faceva il suo corso, in Spagna aumentavano i suicidi (qui), in Italia raddoppiavano (qui), e in Grecia si contano addirittura 10.000 morti dall'inizio della crisi (qui).

Queste vittime meritano almeno lo stesso rispetto concesso ai ragionamenti fallaci di qualche economista, e ai loro ripensamenti. Quindi, secondo me, non dovremmo mai dimenticarci dei traguardi raggiunti in diversi campi dalla scienza moderna.
L'acqua bagna e la disoccupazione uccide.



lunedì 21 settembre 2015

Avete visto questi documentari?

Oggi voglio segnalarvi alcuni documentari che ho visto (o rivisto) recentemente e che mi sono piaciuti.

Il primo è di Christophe de Ponfilly, un documentarista francese morto nel 2006 a soli 55 anni, e si intitola Massoud l'Afghan. Lo potete vedere in versione originale in francese (qui) o in italiano, anche se in versione spezzettata, (qui). Il tema è l'Afganistan di fine anni novanta, e la lotta del comandante Massoud (il leone del Panshir) contro i talebani sostenuti dai governi di: Pakistan, Arabia Saudita e Stati Uniti. Sì, avete letto bene, anche gli USA aiutavano i talebani prima dell'undici settembre secondo de Ponfilly. Troverete ampia letteratura a riguardo. Comunque, il punto chiave della vicenda è il gasdotto che avrebbe dovuto attraversare l'Afganistan, la cui utilità è stata illustrata a Washington dal vice presidente della Unocal John Maresca nel 1998 (qui), e per cui il governo americano ha trattato fino all'ultimo con i talebani.
Massoud è stato ucciso, in circostanze non chiare, pochi giorni prima dell'undici settembre 2001. Si parla di un attentato da parte di una finta troupe televisiva marocchina. Tra l'altro, nel film si vede un'intervista rilasciata, in circostanze probabilmente simili a quelle della sua morte, ma a una televisione russa.

Il secondo documentario è The Fog of War: la guerra secondo Robert McNamara (qui) in versione originale e (qui) sempre in inglese ma con i sottotitoli in spagnolo. Io l'ho visto con i sottotitoli in francese ma ora non trovo il link. Robert S. McNamara (la "S" sta per Strange, incredibile ma vero) è stato segretario di stato americano negli anni sessanta, sotto la presidenza Kennedy e Johnson. Questo documentario intervista è il suo testamento politico, e contiene undici interessanti lezioni che McNamara ha appreso durante la sua vita. Non mancano le indiscrezioni curiose, come il fatto che l'evento che avrebbe scatenato la guerra in Vietnam, noto come l'incidente del golfo del Tonchino, in realtà non è mai accaduto.

Il terzo film è un documentario della BBC del 1989 Sacrifice at Pearl Harbour. La storia raccontata tramite le testimonianze di militari dell'epoca, è quella secondo cui il presidente Roosevelt era a conoscenza dell'imminenza dell'attacco dei Giapponesi a Pearl Harbour, ma non avrebbe fatto niente perché contava sul fatto che quella tragedia avrebbe convinto il parlamento americano ad entrare in guerra contro le potenze dell'Asse. Vero o falso? Giudicate voi (qui).

Infine, ma non per ultimo, vi suggerisco di guardare Citizenfour di Laura Poitras, una documentarista americana che vive a Berlino. Il film è l'ultimo di una trilogia sull'America post undici settembre. Il protagonista è l'ex agente dell'NSA Edward Snowden. La Poitras e il giornalista del Guardian Glenn Greenwald sono le persone che hanno raggiunto Snowden in una camera di albergo a Hong Kong, e che lo hanno reso famoso in questa famosa intervista (qui). Il film è la testimonianza video di quei giorni del 2013 in cui scoppiò lo scandalo noto come datagate. Purtroppo il documentario non è più disponibile on line. Vale comunque la pena di comprarlo e/o di leggere il libro di Greenwald No Place To Hide.

Buona visione!







lunedì 14 settembre 2015

La crisi explicada a mis amigos Españoles

Existe una historia un poco diferente de la crisis, respecto a la que cuentan las televisiones y los periódicos. Os podéis dar cuenta simplemente leyendo este informe del Banco Central Europeo, escrito por su vice presidente, el portugués Vitor Constâncio, en el 2013. 

Según el BCE la culpa de la crisis es del euro. No, no me he vuelto loco, simplemente solo estoy leyendo "The European Crisis and the role of the financial system". Vamos a ver lo que escribe Constancio.


Fijaos: Constâncio escribe que el viejo cuento de la crisis, progresivamente corregido por los académicos, pero todavía muy popular entre la opinión pública, dice más o menos que no había nada de equivocado en el euro y que la crisis ocurría porque los países PIIGS (Portugal, Irlanda, Italia, Grecia y España) no respetaron las reglas de Maastricht. Aunque ese (el popular cuento de los medios de comunicación) tiene una coherencia interna, no es correcto, especialmente en lo que respecta a las principales causas de la crisis.

Y además...



La introducción del euro ha causado una mayor actividad bancaria intra-europea. La exposición de los bancos de los países "virtuosos" hacia los de los PIIGS se ha más que quintuplicado desde la introducción del euro y el comienzo de la crisis.  


Antes del euro, la moneda del país que se hubiese endeudado demasiado se habría devaluado haciendo menos rentable la inversión del exterior. Prácticamente, lo que pasó es que, eliminando el riesgo de cambio entre las diferentes monedas, los capitales han empezado a ir donde la tasa de interés era más elevada, o sea, a los países que tenían una inflación más alta que, como son menos ricos, necesitan más dinero.  

Lástima que se le han "olvidado" de decírnoslo antes. ¿No? Porque hay un montón de articulos cientificos de importantes Nobel en economía, desde los años cincuenta del siglo XX que, advertían de lo que hubiera pasado con una unión monetaria europea. Si no se lo creen, miren, per ejemplo: aqui, aqui, aqui.

No sé si usted sabe lo que está pasando en España. En Italia nos cuentan una historia de ciencia-ficción: del milagro español. Dice que, como es España hicieron las reformas, ahora la economía va bien.  

Bueno, es verdad que el PIB de España crece desde hace un año. 


Aunque el desempleo es aún muy alto. 


En Italia es el 12% (más o menos la mitad) y ya es demasiado para nosotros. 

¿Y cómo puede ser que la economía española crezca aunque el desempleo se mantenga tan alto? ¡Es que el consumo está financiado por el gasto publico! Amigos, lo que pasó es que la deuda privada que ha financiado la economía española hasta la crisis financiera, se ha vuelto publica, pagada por todos los ciudadanos.  


De esta situación quien tiene la culpa? La mayoría del los ciudadanos solo se han endeudado para comprar su casa (la burbuja inmobiliaria), o el coche nuevo, aprovechando los bajos tipos de interés, sin tener ni la mínima idea de lo que estaba pasando, y de sus consecuencias negativas. ¿Si hubieran sabido que, pronto, estarían sin trabajo, no se habrían endeudado, no? 

Por eso, según Constâncio la culpa es de los bancos que no han calculado el riesgo de crédito y dejaron inflar la burbuja especulativa. Hombre, claro, en el corto plazo así ganaban mucho más, y en el largo plazo...son demasiado grandes para quebrar.  



lunedì 7 settembre 2015

Il commercio bilaterale tra Italia e Germania

Secondo gli ultimi dati ISTAT, aggiornati a dicembre 2014, i maggiori partner commerciali del nostro paese sono i seguenti:
Fonte ISTAT (qui)
Pertanto, tenendo conto sia delle esportazioni che delle importazioni, la Germania è il paese con il quale l'Italia commercia di più.

Fonte dati ISTAT (qui)
I settori indicati sono quelli dei codici ATECO
Fonte dati ISTAT (qui)
I settori indicati sono quelli dei codici ATECO
Come potete osservare dai grafici qui sopra Italia e Germania hanno un commercio bilaterale che è in concorrenza, almeno per quanto riguarda i settori più rilevanti. Un importante esempio è il settore automobilistico, compreso nel codice ATECO 87. Noi acquistiamo auto tedesche e a loro vendiamo quelle italiane.

Questo è l'andamento della bilancia commerciale italiana (esportazioni meno importazioni) con la Germania dal 1991 al 2014:


Alcuni di voi noteranno che l'andamento del grafico qui sopra è molto simile a quello delle partite correnti utilizzato più volte per mostrare gli effetti dell'euro, e riportato qui sotto:


ed è spiegato, in larga misura, dall'andamento del cambio reale fra i due paesi (non voglio asserire che sia l'unico effetto ma di certo è il più evidente).

1992 - 1996: la lira esce dallo SME (il sistema che regolava i cambi fra le monete europee prima dell'euro) e si svaluta. Il risultato è che la nostra bilancia commerciale verso la Germania va in surplus

1997 - 2011: durante gli anni dell'euro l'Italia perde competitività a causa di un tasso d'inflazione più alto di quello della Germania (vedi figura qui sotto). Credo sia chiaro a tutti che se hai un'inflazione maggiore, alla lunga, i tuoi prezzi saranno più alti del tuo concorrente, e per questo venderai di meno

La figura qui sopra mostra come nel 2013 il differenziale d'inflazione accumulato fra Italia e Germania negli anni del cambio fisso fosse di circa il 15%

Negli anni tra il 2008 e il 2011 la crisi scoppiata in USA, e propagatasi in tutto il mondo, ha l'effetto di far diminuire le nostre importazioni. Si tratta però solo del primo aggiustamento di reddito. Quello definitivo, operato dal governo, inizia tra il 2011 e il 2012.

2012 - 2013: le politiche di austerità del governo: aumento della pressione fiscale, riforme (su tutte quella delle pensioni) e rispetto del parametro del 3% deficit/PIL, provocano l'effetto desiderato dal governo Monti. Ovvero: la diminuzione del reddito, dei consumi, e quindi delle importazioni, per riequilibrare il nostro saldo delle partite correnti, e anche la bilancia nostra commerciale con il nostro più importante partner commerciale.