Tuttavia, qualche commento è proprio il caso di farlo, e se continuerete a leggere, scoprirete il perché.
Tanto per cominciare, lo studio di Transparency International si intitola: "The 2014 corruption perceptions index" che in italiano si traduce indice di corruzione percepita. Riuscite a cogliere il particolare? Provo a spiegarvelo più o meno con le stesse parole riportate nella ricerca:
"La corruzione comprende attività normalmente illegali che sono appositamente mantenute nascoste e vengono alla luce solo attraverso gli scandali, le indagini o i processi. Non è una buona strada quella di valutare i livelli assoluti di corruzione in un paese o in un territorio sulla base dei dati empirici. Il confronto fra le tangenti segnalate, il numero degli indagati riportati nelle ricerche o nei processi direttamente riconducibili alla corruzione non può essere preso come un indicatore assoluto del livello di corruzione. Esso mostra invece quanto sia effettivamente efficace l'attività dei magistrati, dei tribunali o dei mezzi di comunicazione che indagano sulla corruzione. Rilevare la percezione della corruzione tra coloro i quali sono in una posizione di offrire una valutazione della corruzione del settore pubblico è il metodo più affidabile per confrontare il livello di corruzione fra i paesi".
Transparency international, non pretende certo di giudicare quanto sia corrotto un paese o la società dalla quale esso è composto, ma solo di rilevare la percezione del fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione da parte di alcuni intervistati.
Pertanto, non si fa un servizio alla verità, se si presenta il risultato di questa ricerca omettendo il concetto di "percezione". Se poi vogliamo dirla tutta, sarebbe anche lecito chiedersi quanto questi intervistati siano condizionati, proprio nella loro percezione, dall'eco dei numerosi scandali di cui si sente parlare quotidianamente, e quanto tali scandali dipendano da un comune malaffare, o piuttosto dall'abilità e dall'indipendenza dei magistrati inquirenti, o dalla loro propensione a indagare su tali crimini.
Detto questo, utilizziamo i suddetti dati sulla percezione della corruzione (non dimenticate la parola percezione) per verificare un'altra affermazione che capita di sentire spesso. E' la teoria, piuttosto radicata, secondo cui la corruzione è la causa del debito pubblico, o che comunque essa sia responsabile del suo continuo aumento.
Per verificare quest'ipotesi, si utilizza un piano cartesiano, ovvero un semplice grafico. Per coloro i quali hanno delle difficoltà con questo tipo di strumento, se vi può aiutare, consideratelo solo come un semplice disegnino, di quelli che aiutano a comprendere meglio realtà.
Nel grafico che vi mostrerò, sull'asse delle ascisse (quello orizzontale) troverete il livello di corruzione di ogni paese, e su quello delle ordinate (verticale) il relativo debito pubblico (in percentuale del PIL). Ve lo ricordate ancora come si gioca a battaglia navale? A4 colpito, C2 acqua, etc. etc.. L'unica differenza è che qui si fa sempre centro, perché i punti dove sono dislocati i nostri incrociatori (che nel nostro caso sono le coppie di dati) non sono segreti.
Seguite il ragionamento.
Se fosse vero che a una maggiore corruzione debba corrispondere un debito pubblico più alto, sul grafico avremmo tanti puntini in ordine crescente. Nel grafico che segue ho semplicemente inserito una serie di coppie di numeri identici: 1-1, 2-2, 3-3, etc. etc..
Vediamo un altro esempio, costruito con dati reali. Il prossimo grafico mostra la relazione fra la ricchezza di un paese (definita come PIL pro capite) e la speranza di vita media della popolazione (la fonte dei dati è il CIA factbook).
Come potete vedere, le coppie di dati seguono una linea tendenziale, anche se non sono tutti attaccati ad essa. Questo, per il semplice motivo che la relazione non è così diretta come nell'esempio precedente. Infatti, l'aumento della ricchezza è correlato all'aumento della vita media solo al 40% circa (38,6%). In fondo non è una brutta notizia, no? Significa che la vita non dipende da un tassametro, e che la salute non ha prezzo. Ma considerate anche il fatto che il PIL pro capite rappresenta solo una media della ricchezza (è la solita storia secondo cui, se io magio due polli, e tu resti a digiuno, la media è 1 anche se tu hai saltato il pasto e io mi sono spazzolato tutto).
Vediamo, finalmente, lo stesso grafico costruito con i dati sulla corruzione e il debito pubblico (i dati sulla corruzione sono quelli di Transparency mentre quelli sul debito pubblico li ho presi dal database del Fondo Monetario Internazionale):
Che ne dite? Intravedete qualcosa che possa essere scambiata per una relazione, come nei grafici precedenti? No? Perché non esiste alcuna relazione rilevante fra corruzione e debito pubblico!
Questo non vuol dire che il corrotto sia simpatico o che non vada giustamente perseguito dalla legge, ma semplicemente che le cause del debito pubblico italiano sono quelle già illustrate in questi precedenti post:
1. Quelli che il debito pubblico c'è perchè abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità.
2. Perché il debito pubblico italiano è così alto.
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