Occorre premettere che nessuno ha la palla di vetro, e che pertanto, le valutazioni sul futuro sono soggette, come sempre, ad un certo grado d'incertezza. Ciò non di meno, è bene essere a conoscenza del fatto che esiste uno strumento adatto a fare simili previsioni.
Mi riferisco alla teoria economica della parità dei poteri d'acquisto. Essa afferma, un po' sommariamente, che i prezzi di due paesi devono essere uguali se convertiti nella medesima valuta.
EP = P*
Dove:
E = cambio nominale della prima valuta
P = livello dei prezzi della prima valuta
P* = livello dei prezzi della seconda valuta
Pertanto:
EP / P* = 1
EP / P* è il tasso cambio reale che secondo questa teoria dovrebbe essere uguale a 1. Questo perchè, se così non fosse, un venditore potrebbe ottenere un maggior profitto su un altro mercato, e a quel punto, la legge della domanda e dell'offerta applicata al mondo intero riporterebbe i profitti allo stesso livello ovunque.
Naturalmente, sappiamo che quest'affermazione è il più delle volte imprecisa (e in alcuni casi, molto imprecisa) perché, e mi vengono in mente solo alcuni motivi: nei paesi più ricchi posso vendere i prodotti ad un prezzo maggiore, i costi di trasporto e i dazi doganali alterano il prezzo delle merci, le differenze culturali fra i paesi modificano la propensione al consumo dei singoli prodotti, etc, etc.
Il punto però, non è prendere queste parole come se fossero il Vangelo. Si tratta solo di accettarne i limiti e contestualizzarle.
La teoria della parità dei poteri d'acquisto ha anche una versione relativa (quella precedente era assoluta) riferita all'andamento del cambio nominale fra due valute, e sostiene che la variazione di esso (il cambio nominale) è pari al differenziale dei tassi d'inflazione dei due paesi.
∆%E = ∆%P - ∆%P*
Facciamo un esempio storico. Dal 1979 fino al 1992, la lira italiana e il marco tedesco erano entrambe inserite nel Sistema Monetario Europeo, e il cambio tra le due monete doveva essere contenuto entro una banda d'oscillazione (del 6% in un primo monento, poi ristretta al 2,25%). Nel gennaio 1987 il cambio lira - marco viene riallineato per l'ultima volta perché il governo tedesco decise di rivalutare (una prassi che consentiva di rinegoziare il cambio di riferimento della banda d'oscillazione). Ipotizzando che fino al settembre 1992, quando uscimmo dallo SME, il cambio lira - marco venne mantenuto fisso (cosa non vera come vedremo dopo) consideriamo i differenziali d'inflazione annuali fra Italia e Germania nel periodo indicato (1987-1992).
Tassi d'inflazione comparati tra Italia e Germania disponibili sul sito OCSE
anno | Germania | Italia | differenza | diff.acc. |
1987 | 0.2% | 4.7% | 4.5% | 4.5% |
1988 | 1.3% | 5.1% | 3.8% | 8.3% |
1989 | 2.8% | 6.3% | 3.5% | 11.8% |
1990 | 2.7% | 6.5% | 3.8% | 15.6% |
1991 | 4.0% | 6.3% | 2.3% | 17.9% |
1992 | 5.1% | 5.3% | 0.2% | 18.1% |
Come potete vedere, nell'anno dell'uscita dallo SME, rispetto al momento dell'ultimo allineamento del cambio, l'Italia aveva accumulato con la Germania un differenziale d'inflazione pari al 18% (colonna diff.acc.).
E di quanto si svalutò la lira sul marco nel 1992 una volta uscita dallo SME?
Tassi di cambio lira - marco da agosto a dicemnre 1992 consultati dal sito della Banca d'Italia
mese | lire per 1 marco | svalutazione | sval. % |
Aug-92 | 759.679 | - | - |
Sep-92 | 806.866 | 47.187 | 6% |
Oct-92 | 881.995 | 122.316 | 16% |
Nov-92 | 859.548 | 99.869 | 13% |
Dec-92 | 894.040 | 134.361 | 18% |
Esattamente il 18%!
Va bene dai c'è il trucco, lo ammetto. Io ho ipotizzato che il cambio lira - marco tra il 1987 e il 1992 fosse rimasto stabile, e invece così non è, come mostra il grafico qui sotto scaricato direttamente dal sito di Banca d'Italia.
Infatti, bisogna considerare che tra l'ultimo riallineamento del cambio avvenuto il 12 gennaio 1987 e l'uscita della lira dallo SME, il 12 settembre 1992, la lira si svalutò comunque sul marco di un buon 8%, cosa che fa aumentare il totale della svalutazione del periodo al 26%, contro un differenziale d'inflazione del 18%.
Quindi, la lira si è svalutata più del previsto, quasi il 50% in più di quanto calcolato con la semplice applicazione della teoria della parità dei poteri d'acquisto relativa.
Ora, proviamo a fare lo stesso calcolo riferito al periodo 1996-2014, ovvero da quando furono fissati i cambi irrevocabili tra le monete europee e l'ultimo dato disponibile (novembre 2014). I differenziali d'inflazione sono stati i seguenti:
Tassi d'inflazione comperati Italia e Germania disponibili sul sito OCSE
anno | Germania | Italia | differenza | diff.acc. | ||||||
1996 | 1.4% | 4.0% | 2.6% | 2.6% | ||||||
1997 | 1.9% | 2.0% | 0.1% | 2.7% | ||||||
1998 | 0.9% | 2.0% | 1.1% | 3.8% | ||||||
1999 | 0.6% | 1.7% | 1.1% | 4.9% | ||||||
2000 | 1.4% | 2.5% | 1.1% | 6.0% | ||||||
2001 | 2.0% | 2.8% | 0.8% | 6.8% | ||||||
2002 | 1.4% | 2.5% | 1.1% | 7.9% | ||||||
2003 | 1.0% | 2.7% | 1.7% | 9.6% | ||||||
2004 | 1.7% | 2.2% | 0.5% | 10.1% | ||||||
2005 | 1.5% | 2.0% | 0.5% | 10.6% | ||||||
2006 | 1.6% | 2.1% | 0.5% | 11.1% | ||||||
2007 | 2.3% | 1.8% | -0.5% | 10.6% | ||||||
2008 | 2.6% | 3.3% | 0.7% | 11.3% | ||||||
2009 | 0.3% | 0.8% | 0.5% | 11.8% | ||||||
2010 | 1.1% | 1.5% | 0.4% | 12.2% | ||||||
2011 | 2.1% | 2.8% | 0.7% | 12.9% | ||||||
2012 | 2.0% | 3.0% | 1.0% | 13.9% | ||||||
2013 | 1.5% | 1.2% | -0.3% | 13.6% | ||||||
2014* | 1.1% | 0.8% | -0.3% | 13.3% | ||||||
*= dato di novembre |
La differenza accumulata dei tassi d'inflazione fra Italia e Germania, pari al 13,3%, ci da un ordine di grandezza utile per una stima ragionevole della svalutazione della nuova lira in caso d'uscita dell'Italia dall'euro. Tuttavia, come abbiamo visto nell'esempio precedente, tale stima può differire anche di molto rispetto al risultato reale. Infatti, è necessario tenere conto anche dell'effetto sul cambio della bilancia commerciale. Nel caso specifico, il governo tedesco, tramite politiche deflazionistiche ha mantenuto la Germania in surplus strutturale durante quasi tutto il periodo preso in considerazione, e potrebbe continuare a farlo, perché nonostante tutta la retorica sull'Europa unita, a livello politico, i nostri governi si relazionano ancora facendo valere i reciproci rapporti di forza invece di seguire una tanto auspicata, quanto irrealizzata, volontà di cooperazione . Ma, anche considerando un errore simile a quello riscontrato nel 1992 (pari al 50%) la svalutazione sarebbe contenuta entro il 20%.
Se vi capitasse di sentire qualcuno che prevede svalutazioni del 50% o superiori, potrebbe essere il caso di chiedergli da dove viene fuori un simile risultato. C'è sempre da imparare (da chi ne sa di più di noi).
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