martedì 30 agosto 2022

Il fallimento della campagna vaccinale di massa contro il Covid

In Italia, durante l'emergenza pandemica, siamo stati sottoposti ad un'incessante pressione mediatica ed è stata imposta una severa sanzione sociale verso tutti coloro i quali abbiano espresso pubblicamente contrarietà, o dubbi, in merito alla campagna vaccinale anti Covid. 

E' stato tracciato un solco tra due categorie: "Pro Vax" e "No Vax". Questo ha comportato litigi in famiglia e nella cerchia di amici, sono stati radiati professionisti, è stato impedito di lavorare alle persone sprovviste di regolare attestazione sanitaria, sono state obbligate al vaccino intere categorie. 

Secondo me è giunto il momento di chiedersi se sia stato giusto sopportare tutto questo o se, almeno, ne sia valsa la pena. Quanto segue è frutto di una mia elaborazione dei dati ufficiali di vaccinazione e mortalità. L'analisi, e il giudizio conclusivo, prescindono dagli effetti collaterali provocati dalle vaccinazioni Covid che meriterebbero un approfondimento a parte. 


Una piccola premessa metodologica

La tabella qui sotto riporta i dati ipotetici di una malattia infettiva che colpisce una popolazione di centomila abitanti. Chi si vaccina contro tale flagello ha il 95% di probabilità non ammalarsi, contro il 5% di chi decide di non vaccinarsi. Tra chi si ammala, la probabilità di morire è dello 0,5%. Ovviamente, come potete vedere nella tabella qui sotto, il numero dei casi e dei decessi aumenta al diminuire della percentuale di popolazione vaccinata. 


I valori della tabella precedente sono esposti nel grafico qui sotto. Sul lato delle ascisse (orizzontale) vengono misurati i decessi, mentre su quello delle ordinate (verticale) la percentuale di vaccinati. Vi prego di osservare come la linea di tendenza (tratteggiata) delle coppie di valori rappresentate dai pallini azzurri (percentuale vaccinati/decessi Covid) abbia una pendenza negativa, perché al diminuire dei vaccinati corrisponde un aumento del numero dei morti. Sul grafico abbiamo anche il valore che misura la correlazione (R^2) tra vaccinazioni e decessi: 0,99. Questo ci dice che esiste un legame statistico quasi perfetto tra il numero dei vaccinati e quello dei morti. La perfezione si raggiungerebbe con un valore pari a 1. Significa che la diminuzione del numero di vaccinazioni, in questo caso, spiega tutti (o quasi) i morti in più che si sono verificati a causa della malattia ipotetica.


L'analisi dei dati ufficiali

Passiamo ora ad analizzare i dati reali. Per mettere due numeri in fila, come ho fatto io, non serve un dottorato ma, dato che l'errore è sempre dietro l'angolo, voglio scusarmi anticipatamente per tutte le eventuali inesattezze, o lievi imprecisioni, che potrei aver eventualmente commesso in buona fede. Ho eseguito la mia analisi tramite il database OWID che potete consultare, e scaricare, anche voi qui.

Il grafico qui sotto mostra la correlazione della percentuale di vaccinati Covid con i decessi (Covid) per i 210 paesi del database OWID, nell'anno 2021. 

Se confrontate questo grafico con quello dell'esempio precedente (quello della malattia ipotetica) noterete subito che sono molto differenti. Mentre il primo mostra chiaramente una serie di valori in linea, quello qui sopra presenta una nuvola di pallini azzurri sparsi sull'intero asse cartesiano. L'indice (0,0759) suggerirebbe addirittura una minima correlazione positiva tra numero di vaccini e decessi Covid, ma è statisticamente insignificante. 

Da questa rappresentazione dei dati, difficilmente si potrebbe dedurne che la vaccinazione abbia avuto un impatto statisticamente significativo sulla diminuzione dei morti per Covid. Tuttavia va considerato che, in questo tipo di analisi, prendere un campione con un numero elevato di rilevazioni può comportare il rischio di pescare valori non confrontabili fra loro. 

Per questo motivo ho deciso di considerare un sottoinsieme, composto da un gruppo di paesi i cui valori sono più conformi, considerando solo le coppie (vaccinazioni/decessi) che non si discostano dall'intervallo compreso dalla deviazione standard più, o meno, la mediana dei valori di cui al campione precedente.

Sebbene si intraveda una piccola correlazione negativa, anche questa volta, l'indice è del tutto insignificante (0,0506). La vaccinazione aiuterebbe a spiegare non più del 5% delle minori morti da Covid. Un'efficacia del 5% invece che del 95%.

Con i dati a disposizione si possono, ovviamente, fare diversi tentativi per trovare una correlazione. Particolarmente significativo, a mio giudizio, è il gruppo di paesi con i migliori servizi sanitari a livello mondiale, perché risponde a quanti ritengono che la qualità dei dati statistici non sia omogenea fra i diversi paesi. Quelli considerati nel grafico qui sotto sono i migliori 29 della media tra le graduatorie 2020 delle classifiche sanitarie: Legatum Prosperity Index, CEO World Ranking e Bloomberg Health Care Efficiency. Come potete vedere, la correlazione tra vaccinazioni e morti Covid è statisticamente nulla (0,0015).

La profilazione dei dati più interessante, tuttavia, è quella della tabella qui sotto, che calcola la correlazione tra vari gruppi di paesi con una simile fascia d'età media della popolazione. Potete osservare come ai campioni più giovani sia associata una leggera correlazione positiva, cioè a più vaccinazioni sono correlate più morti Covid, mentre in quelli più vecchi succede l'inverso, raggiungendo un valore di -0,461 nella fascia d'età media 41-45 anni. L'impressione che se ne ricava è che a beneficiare un po' di più del vaccino siano state le popolazioni più anziane, mentre in quelle più giovani l'effetto sulle morti Covid sia stato nullo o addirittura negativo. Ovviamente, posto che il campione selezionato è sempre la totalità della popolazione di ogni paese, quest'analisi non ci suggerisce a partire da che età sarebbe conveniente vaccinarsi. 

Restiamo un momento in più sulla tabella qui sopra. Se l'avete osservata bene, troverete un'eccezione alla crescita dell'efficacia dei vaccini, in relazione alla mortalità Covid, per fasce d'età. L'ultimo campione esaminato, composto da soli 5 paesi con un'età media superiore ai 45 anni, tra cui il nostro, mostra un'inquietante correlazione positiva tra morti e vaccinazioni. Questo risultato, 0,9857, è molto robusto statisticamente, tuttavia non basta per affermare che siano state le vaccinazioni a provocare i morti, o viceversa, perché "Correlation is not causation", cioè la correlazione non implica un nesso di causalità. Potrebbe anche trattarsi di un caso. Speriamo.

Considerando che le metodologie con cui vengono contati i decessi Covid possono variare notevolmente nelle statistiche dei vari paesi, ho voluto verificare i risultati della correlazione tra vaccinazioni e morti Covid sostituendo a quest'ultima l'eccesso di mortalità 2021 rispetto a quello della media dei cinque anni precedenti. L'idea è che il numero totale dei morti annuale di una popolazione (per tutte le cause) sia un dato più oggettivo rispetto ai soli morti Covid, che dipendono dai criteri con cui viene attribuita la causa della morte: morte "Di", o "Con" Covid. 

La fonte è la seguente (https://github.com/akarlinsky/world_mortality). Colgo l'occasione per ringraziare @LukeDuke1268 per la segnalazione. 

Essendo i dati di mortalità 2021 ancora incompleti, o assenti per un certo numero di paesi, non ho potuto completare la verifica con tutti i campioni precedenti. Comunque, come potete vedere qui sotto, anche quest'analisi, fatta sui paesi della fascia d'età 41-45, conferma il risultato della tabella qui sopra, e cioè che esiste una correlazione statistica un po' più significativa, tra maggiori vaccinazioni e minori morti, in una popolazione con un'età media piuttosto avanzata. L'indice "R quadro" è di 0,41 contro il precedente di 0,46. 


Conclusioni

Semplicemente confrontando le aspettative con i risultati è evidente che la campagna di vaccinazione sia stata un fallimento. Il virus è ancora in giro e la gente, anche se vaccinata, continua a prenderselo.

https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/

Può darsi che il vaccino attutisca i sintomi della malattia nella fascia di età più a rischio, ma occorre ricordare che le premesse con cui questi prodotti sono stati proposti (o imposti?) al pubblico erano molto diverse. 

"Il Green Pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi, andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all'aperto, al chiuso, con la garanzia però di trovarsi tra persone che non sono contagiose" (Draghi 22 luglio 2021).

E, oltre a quello della politica, avevamo anche il conforto della scienza (o della sua parte un po' più in vista?).

I critici sosterranno che, non essendo io uno scienziato, non ho il diritto di esprimermi su una materia così complessa. Infatti, il mio lavoro non ha pretese scientifiche. Ho solo svolto un'analisi, non particolarmente elaborata, di dati. Ciò che mi conforta, delle evidenze riscontrate, è che non emerge niente di particolare che già non sapessimo fin dall'inizio della pandemia.

È noto fin dal principio che questo virus viene considerato dagli scienziati a "bassa mortalità" e che quindi sia letale soprattutto per le persone più fragili, che solitamente sono quelle in età avanzata, e che ovviamente hanno risposto in maggior numero, e senza bisogno di particolari sollecitazioni, alla campagna vaccinale. Il fatto che emergano risultati statisticamente insignificanti sulle popolazioni con un'età media bassa non dovrebbe essere considerato particolarmente strano. Piuttosto, a me sembra insolito che siano state dedicate tante energie, e mezzi, a vaccinare gli individui giovani e sani, e addirittura i bambini.

L'argomento per cui una vaccinazione di massa avrebbe favorito un minor numero di ospedalizzati, alleggerendo il servizio sanitario nazionale dal peso dell'epidemia contrasta con il fatto statistico che, se i vaccini Covid non sono associati a una minor mortalità (soprattutto nelle classi d'età più giovani) per quale motivo dovrebbero esserlo al numero di ospedalizzazioni? A rigor di logica, a un maggior numero di morti avrebbe dovuto corrispondere una quantità maggiore di persone ricoverate dato che, prima di perdere la vita, sarebbero passate dalle corsie dei nostri pronto soccorso. Se nel 2021 la situazione è stata migliore del 2020 lo si deve probabilmente alla circolazione di varianti meno letali del virus.

Secondo me, l'isteria di massa che ha caratterizzato questo periodo ha provocato un profondo conflitto sociale, non ha giovato particolarmente alla credibilità delle istituzioni e, difficilmente, ha contribuito a salvare vite umane.

Quindi mi domando, perché tutto questo?

"Noi, per tutelare gli italiani vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo, perché il non vaccinato, e chi non rispetta le regole, è pericoloso! Punto" (Sileri in TV a DiMartedì, La7 25/01/2022).

1 commento:

  1. Grazie per l'analisi precisa e imparziale. A tratti mi è servita una rilettura per comprendere quello che, non essendo abituato alla statistica, mi era poco chiaro.
    Come hai scritto, si sapeva già dall'inizio che eravamo usati come cavie e che i benefici erano più che incerti.
    Io credo umilmente che abbiamo tanto da capire sulla vita e sui meccanismi che la dominano, se ci si muovesse tutti con più dubbi e meno certezze, si farebbero meno danni e eviteremmo di dare fiducia a chi non la merita.
    Servono analisi pulite e impietose come questa, per riportare razionalità e logica in un popolo a cui viene incessantemente lavato il cervello con una propaganda mai vista.

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