Forse, vi sarà capitato di sentire in questi giorni alla TV la notizia che l’economia greca ha beneficiato di una crescita sopra le
aspettative nel secondo trimestre 2015. Lo 0,8%, contro una previsione negativa
del -0,5%.
Uno sarebbe portato subito a pensare che le cose in Grecia stiano
cominciando finalmente ad andare nel verso giusto grazie alle politiche di austerità e le
privatizzazioni imposte dall’Europa. Attenzione però, perché la crescita reale del PIL è
data dalla somma algebrica di due grandezze: l’andamento del PIL nominale più
quello dei prezzi.
Per esempio, se ho una crescita nominale del 3% e un’inflazione del 2%,
il PIL reale è aumentato solo dell’1% (3%-2%=1%). Se invece ho una crescita nominale del
3% e una deflazione (il contrario dell’inflazione) del 2%, il PIL reale sarà
del 5% (3%+2%=5%). Infine, con una crescita nominale negativa dell’1% e una deflazione
del 2%, la crescita reale del PIL sarà positiva dell’1% (-1%+2%=1%).
Nel caso specifico, nel secondo trimestre 2015, la Grecia ha avuto una
crescita negativa dell’1,36% e una deflazione del 2,16%. Quindi: -1.36%+2,16% =
0,8%.
Capito? Altro che merito delle riforme. La crescita del PIL greco è
causata dal semplice fatto che i prezzi stanno calando più velocemente della
produzione!
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